di Walter Turcato – a cura di Alessia Lombardi

Il Mistero è qualcosa dai contorni indefiniti che non può essere dimostrato e che trova la sua ragione d’essere solo attraverso una fede che sia vissuta, partecipata e condivisa risultato di un lungo cammino interiore di riflessione.

Ho pensato questo dopo aver preso per la prima volta tra le mani il libro di Walter, nel silenzio della prima mattina, quando ancora il clamore della vita non ci distrae e confonde. Ho sfogliato molto attentamente le pagine ed ho iniziato il mio viaggio all’interno del Santuario della Beata Vergine dei Miracoli di Saronno per rendermi conto alla fine che il cammino inteso come tappa composta di momenti celebrativi e descrizioni di luoghi e persone, si fonde e corrisponde ad un’esplorazione ben più profonda.   Il lavoro è condotto a colori  fondamenta del “qui et nunc”. La scelta stilistica del colore infatti sottolinea l’importanza del trovarsi esattamente dove siamo contestualizzando la nostra presenza nello spazio e nel tempo: siamo qui, dentro la storia e facciamo la storia, ne siamo parte integrante e attiva.

Due le tematiche a reggere  l’impianto del libro: la partecipazione al mistero della luce, alla Candelora, la celebrazione che “illumina tutte le genti” e il viaggio inteso sia nella sua accezione letterale che metaforica/simbolica.

Emblematica l’immagine in una delle prime pagine: un soggetto avanza verso l’entrata di una stanza del santuario e alle sue spalle la luce sembra accompagnarlo in una sorta di viaggio che è visita al santuario e contemporaneamente  viaggio spirituale; l’ombra ci suggerisce questo, quell’ombra che non potrebbe esserci senza la luce.

E ancora, la candela sorretta da una mano guantata – non importa di chi sia – durante una funzione religiosa, è una significativa descrizione di un attimo e insieme simbolo della luce e della partecipazione comunitaria. La candela diventa la soglia, il punto di partenza che introduce al luogo di culto e dalla quale è possibile vedere la comunità unita in preghiera.

E il santuario ripreso nei suoi attimi di vita vissuta diventa allo stesso tempo luogo fisico e interiore. Ci sono  alcune immagini che sottolineano la funzione di “centro aggregativo”, per esempio dove i bambini si muovono gioiosamente e qui, la decisione di fotografare con fuoco selettivo da’ risalto a questi attimi riempiendoli di significato ed altre che invece danno risalto al santuario come luogo di riflessione attraverso l’utilizzo di simboli  forti, decisi, inequivocabili, come un crocifisso la cui base è colpita da un raggio di sole, allegoria di energia e forza.

Ogni immagine ha questo duplice aspetto descrittivo e simbolico che si dipana dall’inizio alla fine dell’opera. Protagonista indiscussa la luce: “Santa Maria, Vergine del meriggio, dona l’ebbrezza della luce” si legge in una pagina (pag.51);  luce che, fenomeno fisico e insieme trascendente, è portatrice di benessere, ebbrezza, euforia, appunto, il cui fine ultimo è strapparci al buio e al vuoto interiore per riconsegnarci ad una dimensione più umana fatta di valori dimenticati e speranze perdute.

E’ un libro che invita e accompagna alla meditazione, alla calma, al silenzio, al perdersi per poi ritrovarsi in una dimensione di naturale raccoglimento con se stessi e con la comunità.

L’immagine di copertina è un prologo perfetto del libro: la luce sa farsi strada anche attraverso la nebbia, è sempre presente, anche quando non l’avvertiamo e segna, da’ risalto e spessore alla vita e alle opere di ognuno. Scelta non casuale quella di riprendere la sfera solare sopra il Santuario; ciò richiama inequivocabilmente la trascendenza e l’energia che presiede sulla comunità.

Nello specifico, il mistero della luce, si palesa all’interno e all’esterno del Santuario attraverso vari momenti intesi sia nel loro svolgersi temporale – gli scatti raccolgono diversi periodi dell’anno – sia nel loro attuarsi significativo e simbolico – la luce che filtra dalle finestre e da improbabili e anguste feritoie, la luce che scolpisce le statue o accompagna i celebranti – . Ogni immagine sembra ricordare che la luce è sovrana, tutto e tutti illumina indistintamente sostenendoci.

E’ un viaggio che indaga anche la duplice condizione dell’uomo: inteso come individuo singolo e per questo unico, e inteso anche come parte integrante di una comunità e quindi ingranaggio di un disegno più vasto. La Santa Reliquia in primo piano nell’immagine è ancora una volta una soglia che si apre a descrivere questo aspetto singolo/collettività: l’adulto e il bambino persone sì distinte, simboli di attimi diversi del ciclo dell’esistenza umana, ma ambedue con lo sguardo rivolto verso la croce.

Un libro complesso dunque, che pone ognuno di noi di fronte al proprio rapporto con la spiritualità lasciando aperte, nella lettura, due strade ugualmente percorribili. Ogni immagine infatti suggerisce o racconta senza forzare la mano. Chi voglia semplicemente apprezzare l’aspetto narrativo, potrà farlo attraverso la descrizione di attimi salienti efficacemente descritti; chi vorrà invece spingersi oltre potrà trovarvi un riflesso di ciò che di per se’ è inafferrabile e inspiegabile razionalmente, trovando spunti di meditazione nella bellezza delle immagini che non è mai fine a se stessa ma spirituale e noumenica.

Il libro diventa così argomento per concentrarsi su un messaggio sempre presente tra le pagine: i misteri della luce introdotti da Papa Giovanni Paolo II che celebrano in particolar modo la vita pubblica di Gesù, sono un monito a vivere ogni attimo con pienezza,  consapevolmente, per rendere grazie (eucharisto) ed entrare così in comunione con il Signore e tutti i fratelli uniti nel medesimo atto amorevole per il bene ultimo, quello della comunità.  L’ultima immagine proposta, ancora una volta attraverso una precisa scelta tecnica/linguistica – il mosso – ci suggerisce l’idea di energia, attraverso la quale il Sacramento è offerto in dono a tutti gli uomini.

L’articolo è stato postato sul canale web del Dipartimento Cultura FIAF, a questo LINK, dove potete trovare anche alcuni commenti.

 Il libro è in distribuzione (sino ad esaurimento scorte) presso il Santuario di Saronno (VA).