Descrizione Progetto

Nel poco tempo libero di questi giorni ho iniziato un’opera di revisione del mio archivio fotografico (molto disordinato…!), e ho “riesumato” alcuni “reperti” di cui avevo scordato l’esistenza (oltre ad aver iniziato un’opera di salutare – ma difficile – eliminazione.

Uno di questi progetti, “Visto & Rivisto”, è del 1987 (!).

Avevo dato questo titolo intendendo evidenziare le due chiavi di lettura che ne potevano guidare la comprensione: “visto” perché frutto dello sguardo fotografico, di una ricerca nella quotidianità di una vacanza al mare;  “rivisto” perché frutto di un’opera di revisione e rielaborazione delle immagini tramite una pratica ormai dimenticata e di difficile attuazione tecnica.

Oggi le chiameremmo “posterizzazioni” o “solarizzazioni” e le potremmo ottenere con un semplice click del mouse, ma allora erano la conseguenza di un lungo lavoro paziente e preciso, quasi interamente svolto in camera oscura, e rimangono ancora indelebili nel ricordo le sensazioni visive, tattili, olfattive di quelle ore passate al buio… una vera e propria “atmosfera” in cui ci si immergeva piacevolmente.

Si trattava essenzialmente di ricavare una serie di maschere positivo/negativo su pellicola ortocromatica, esponendola a intervalli di luce variabili a contatto con negativi colore o bianco/nero o diapositive. Successivamente le maschere venivano riassemblate tra loro con scostamento sequenziale, e inserite con precisione a registro nell’ingranditore proiettandone la luce sulla carta fotografica a diverse intensità (aprendo/chiudendo il diaframma oppure agendo sui tempi di esposizione).

Come ultima fase del processo, praticavo una coloritura di alcuni dettagli dell’immagine con prodotti dedicati al ritocco fotografico (rigorosamente con pennello…).

Come si può ben intuire, le stampe finali erano ovviamente opere uniche, perché ogni eventuale replica differiva dalla precedente.

Una gran fatica, ma anche una grande soddisfazione, per aver caratterizzato la propria ricerca fotografica con impegno e sperimentazione non fermandosi alla sola fase di ripresa, nella progressiva definizione di una propria visione autoriale (supportata a tratti anche da una sana pratica “giocosa”!).