L’iPad (il mezzo che ho utilizzato per le riprese) è una “tavoletta” che non è un computer, ma un vero e proprio “ambiente” in cui ci si “intrattiene” con piacere, destinandovi una buona parte del nostro – prezioso – tempo libero, ma è anche strumento utile nella gestione del tempo “impegnato”, quindi con noi nell’arco dell’intera giornata.

I due piccoli obiettivi del dispositivo, uno frontale e uno sul retro, danno modo di riprendere con molta disinvoltura le due diverse facce della realtà di quell’attimo temporale: quella più consueta e visibile che sta di fronte ma anche quella alle spalle di chi fotografa.
Spesso non consideriamo quest’ultimo aspetto, tralasciando così una considerevole – e a volte importante – porzione di racconto nei nostri “appunti fotografici”.

Il fotografo stesso in fase di retro/ripresa compare nell’inquadratura: qui è visualizzato in un’icona in stile “social-network”, oggi tanto familiare, diventando simultaneamente spettatore e attore, quindi parte integrante del messaggio.

Le immagini sono presentate su fogli di plexigass trasparente e applicate fronte/retro per per rileggere il lavoro in maniera corretta, riproponendo le condizioni iniziali di ripresa, visualizzando la posizione delle mani e il soggetto, ma anche riflettendo ciò che sta dietro al lettore, e addirittura il suo volto, perpetuando così lo spirito con cui è stata intrapresa questa ricerca, “costringendo” il lettore a partecipare attivamente ai movimenti del fotografo e quindi al suo momento creativo.

Riprese e post produzione: 2011 – iPad serie 2, con qualità di ripresa molto limitata.