Questo post riprende l’editoriale che ho scritto per il “Grandangolo” – mensile del Gruppo Fotografico S.Paolo di Rho cui appartengo – di marzo, che potete vedere a questo LINK.

Venerdì 18 marzo 2022, mentre mi recavo alla Villa Burba di Rho (nel pieno delle mie funzioni di “nonno”…) dove la “Cooperativa Fa sù sbat giò”  [ 😉 ] stava allestendo la Mostra del 40° Anniversario (+2) dalla fondazione del Gruppo Fotografico S.Paolo, mi sono soffermato vicino alla cancellata di recinzione del Liceo Classico Rebora, a cui erano appese diverse fotografie che richiamavano l’attenzione a quanto stava succedendo in Ucraina.

L’atmosfera era già abbastanza strana, in una giornata grigia, con poche persone per strada, la natura che – nonostante tutto – stava cercando di sbocciare in pienezza i suoi nuovi colori, Matilde la mia nipotina che riposava al sicuro nel passeggino, e queste immagini che – di contro – evidenziavano e amplificavano il senso di incredulità e impotenza di fronte alle conseguenze che l’arroganza dei nuovi dittatori stava procurando ad un popolo e al mondo intero.

Le fotografie sono state appese in occasione del passaggio di una Via Crucis organizzata dalla Parrocchia S.Paolo (presso i cui locali è ospitato il Gruppo), con lettura anche di significative testimonianze di alcuni ragazzi e docenti dell’Istituto. Ne trovate due qui di seguito, di cui condivido il pensiero, che possono accompagnarvi nella lettura delle immagini.

La scuola: un luogo che tutti sempre viviamo, da studenti, da genitori, da insegnanti, da nonni.

Un luogo, non solo fisico, ma soprattutto un’occasione continua di crescita globale della persona, di maturità, di condivisione di sapere e di esperienze.

Nella scuola, la cultura – dal latino còlere, coltivare, aver cura di far crescere bene – diviene sapere quando aggiunge sale, dà sapore alla mia vita e alla vita degli altri, diviene sapienza quando mi apre gli occhi e mi fa vedere le cose con il cuore e con intelligenza.

La scuola è sapienza quando è condivisione, aiuto e sostegno verso il prossimo, nella filosofia del bene comune da mettere in atto nel nostro quotidiano di comunità scolastica, superando la politica imperante: quella del primeggiare, dell’individualismo e dell’egoismo.

È sapienza quando insegna a cambiare la scala dei valori e a trasmettere il giusto senso della dignità di ogni ragazzo. La scuola è sapienziale quando, con l’impegno di tutti, crea una comunità eguale e altruista nei confronti del più debole, una realtà democratica, inclusiva e ben consapevole del privilegio e della responsabilità dello studio.

La scuola è sapienza quando ci insegna, nonostante tutto – guerre, pandemia, difficoltà e scaramucce quotidiane – a leggere gli eventi, la storia in maniera positiva, dove l’odio e la morte non hanno l’ultima parola e la pace è sempre possibile.

A scuola, ogni pagina che leggiamo, ogni nozione che impariamo, ogni problema che risolviamo non solo ci rivelano la ricchezza dei cammini scientifici, artistici e culturali del passato, ma contribuiscono al dono della sapienza del cuore che poi si attua per tutta la vita.

Come rappresentante di Istituto, qui al Liceo Rebora, in questi due ultimi anni, l’impegno mio e di tutti è quello di trasmettere il messaggio della buona scuola con un comportamento leale, fattivo, sincero, sereno, capace di mettere a profitto quello che impariamo e apprendere e vivere la sapienza del cuore, che è la chiave dell’esistenza umana.

[Giovanni, uno studente del Liceo Rebora]

Questa è la nostra scuola, il nostro Liceo.

Ogni giorno in queste aule le parole degli studenti si alternano a quelle dei loro insegnanti, in un costruire comune, in un crescere insieme. Là dove, invece, risuonano le armi, scompaiono le parole. Le armi non hanno parola, hanno solo il fragore che uccide ogni parola: sono la morte della parola.

La guerra è perciò la sconfitta di ogni diritto. Non è pensabile che dalla forza si generi un giusto diritto: ne deriva solo il diritto del più forte. E nulla è più pericoloso che confondere il diritto con la forza.

Questo inquieta tutti coloro che credono nel pensiero e nella ragione: noi insegnanti, voi studenti.

[I Docenti del Liceo “Clemente Rebora”]