Concept.

Sono vivo. Mi meraviglio di quanto mi circonda e mi accoglie, e ogni incontro alimenta la mia gratitudine.
Cerco la “linfa” vitale che nutre il tempo e regala emozione.
La trovo nel ricordo, nelle radici di origine; la trovo nella quotidianità – a volte incerta – del presente; ne custodisco i segni di speranza come testimonianza per un futuro buono.

Linfa che si nutre di luce e che prende forma su carta, o torna alle sue origini su legno, in un dialogo armonico che ne esalta l’autentica bellezza e ne propone l’originale messaggio. Un invito a ricercare e riconoscere la nostra linfa vitale.

Walter

“Lympha” – linfa – è un progetto che segna il ritorno di Walter Turcato alla pratica delle immagini fotografiche stampate, dopo un lungo periodo (1998-2018) dedicato prevalentemente a quelle digitali proiettate in audiovisivo.

Il progetto si compone di immagini in vario formato (in dettaglio sulle pagine di questo sito) alla ricerca di un dialogo dinamico e stimolante, stampate su carta Fine Art acid free in tiratura limitata, e/o su tavole di legno (©Photocellule – opere uniche), con diverse modalità compositive e costruttive. Tutte le opere sono numerate e corredate da certificato di autenticità, le stampe su carta sono anche timbrate a secco con logo dell’autore.

Le cornici sono state realizzate dallo Studio Rufus Photo Hub di Carpenedolo (Bs), a sigillo di una scrupolosa ricerca qualitativa globale.

Lympha, letteralmente “acqua limpida”, significa anche vigore, energia e nutrimento.
Tre caratteristiche necessarie all’ispirazione artistica. Ispirazione composta da pensiero e atto creativo nel quale Walter Turcato ci conduce e che nel suo progetto fotografico hanno una duplice valenza.
Da un lato emerge la componente estetica mentre dall’altro il concetto filosofico. Ricerca di bellezza ed armonia attraverso forma, immagini e contenuto.

All’osservazione d’insieme colpisce la presenza del legno. Un utilizzo preponderante. Materia prima e soggetto principale di cornici, supporti e molte immagini. Una ricerca spaziale dove, oltre alle fotografie classiche, sono esposte strutture tridimensionali ottenute grazie ad un gioco di somme, sovrapposizioni, composizioni e scomposizioni, con lo scopo di accentuare la matericità e la somiglianza alla realtà visibile.

Superfici rugose come le cortecce e le pareti di roccia, così come le tavole di legno usate per la stampa che con le loro nervature diventano, insieme ai pigmenti di colore, parte integrante e viva dell’opera.

Un’idea originale, che avvicina molto queste fotografie ai dipinti medioevali prima che gli artisti iniziassero ad utilizzare la tela in sostituzione delle tavole lignee, creando un interessante fil rouge con la pittura.

Non una mimesi della natura bensì un’interpretazione. Non una descrizione oggettiva ma emozionale, concettuale. Natura che diventa luogo interiore con una connotazione intimista.

Un percorso emotivo e di scoperta.

Un luogo silenzioso che ci allontana dalla frenesia della vita di oggi. Non solo legno ma anche alberi, tronchi, foglie, radici, muschio, fiori e la contrapposizione di forme naturali con manufatti e segni dell’uomo a creare un’antitesi ma anche un dialogo.

Caratteristica comune di tutte le immagini è la presenza di strutture – sia ambientali che artificiose – che direzionano il nostro sguardo ed il nostro pensiero, fanno scorrere la nostra lympha.

Soggetti rassicuranti come le case ma anche perturbanti come una staccionata con il fil di ferro e frecce che indicano direzioni opposte. Fiori sbocciati oppure rami secchi e tronchi spezzati ad evidenziare la bellezza e la forza così come la caducità e la fragilità della vita. Il tutto rafforzato dai contrasti cromatici. Immagini dai colori accesi e luminosi in confronto con colori tenui o anche il bianco e nero. Tutto ci trasporta verso un fluire di emozioni e di sentimenti in una comunione tra uomo e natura suggerendo stati d’animo.

Una fotografia da vedere ma soprattutto da percepire.

Monica Mazzolini
Storico della fotografia FIAF
– Lettore della fotografia FIAF

La mia lettura si avvale della lunga conoscenza che ho dell’autore, iniziata negli anni ’90.

Con la narrazione artistica della mostra “Lympha”, Walter Turcato ci conduce in un percorso introspettivo, come suggerisce l’incipit del brano iniziale (Io sono vivo…). Nell’opera il media fotografico è sia strumento di significazione del soggetto sia, esso stesso, tema metalinguistico, data l’adozione di numerose tecniche nel realizzare le immagini.

Nella sequenza con il linguaggio figurato, egli ci comunica la sua percezione disincantata del ciclo esistenziale, di vita e morte, e la riflessione raffinata sull’immagine tecnica, nella quale realtà e finzione possono convivere e generare senso.

Le immagini non parlano con il codice del simbolo, in esse prevalgono i messaggi sensoriali delle cose, dei segni, e infine con icone concettuali. Quindi siamo dinanzi alla lettura del messaggio metaforico (del fiore sulla superficie bianca o i pali bianchi), metonimico (le tracce sulla neve), sinestetico (la pozza con foglie) e concettuale (il legno e la staccionata).

Complimenti a Walter Turcato per l’originalità di questa mostra che ci parla tanto del suo profondo rapporto con la fotografia e la vita in tutte le sue manifestazioni.

Silvano Bicocchi
Direttore del Dipartimento Cultura FIAF

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